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Peruzzi, Baldassarre.

Pittore e architetto italiano. Fra le personalità più versatili e inquiete del Rinascimento italiano, risentì in maniera determinante delle lezioni di Pinturicchio, Raffaello e Bramante. Le prime esperienze pittoriche, alle quali P. associò fin da subito uno spiccato interesse per l'architettura, maturarono nella natia Siena (affreschi della Libreria Piccolomini, 1502), proseguendo nel corso della maturità a Roma (affreschi di Sant'Onofrio, 1506; affreschi di Santa Maria della Pace, 1516; Presentazione di Maria al Tempio, 1523). L'influsso del mondo pittorico romano (in quegli anni P. venne a stretto contatto, tra gli altri, anche con Sodoma) si fece sentire anche sulle opere più tarde, già pervase da quell'artificiosità compositiva che avrebbe per alcuni versi caratterizzato il movimento manierista (Augusto e la Sibilla, chiesa di Fontegiusta). Fu proprio a Roma che P. ebbe modo di approfondire la sua propensione per l'architettura, precocemente manifestatasi negli anni giovanili (Villa Le Volte, presso Siena, 1505), anche a seguito dei suggerimenti del conterraneo Francesco di Giorgio Martini. Giunto nel Lazio sul finire del pontificato di Alessandro VI, realizzò diversi capolavori, tra i quali la dimora di Agostino Chigi (più tardi conosciuta come Farnesina, 1506-11), di impianto classicheggiante, e caratterizzata dalla presenza di un blocco centrale e da due ali sporgenti che esaltano le inclinazioni scenografiche dell'ideatore. Al pieno della maturità artistica, toccato anche dall'esperienza bramantesca, P. si vide costretto ad abbandonare Roma (dove aveva tra l'altro lavorato per la fabbrica di San Pietro) a seguito del sacco del 1527. Trasferitosi a Siena al servizio della Repubblica per la realizzazione di opere di fortificazione, fece in seguito ritorno alla città capitolina, assunto agli onori di primo architetto di San Pietro nel 1532. Fu a Roma che P. realizzò, poco prima della sua morte, l'ultimo dei suoi capolavori, il palazzo Massimo alle Colonne (1535), caratterizzato dalla inusuale facciata ricurva e da un interessante gioco di corrispondenze asimmetriche fra l'atrio e il cortile, tutte tese al raggiungimento di raffinate soluzioni formali (Siena 1481 - Roma 1536).